Abstract
Più che un repertorio di voci risalenti all’influsso toscano e a quello ligure, il capitolo intende essere una messa a punto dei temi e problemi relativi a due presenze linguistiche che, dopo la fase del predominio pisano e genovese sulla Sardegna (secc. XI-XIII), si protrassero ancora a lungo in forme diversificate nel tempo e nello spazio. Vengono così analizzati i canali che favorirono l’assunzione di toscanismi e ligurismi, soprattutto in ambito lessicale, che furono molteplici e comportarono anche il coinvolgimento del còrso e delle varietà alloglotte parlate in Sardegna (segnatamente gallurese, sassarese e tabarchino), attraverso modalità che vanno oltre il mero travaso di voci da una lingua all’altra, configurando condizioni di plurilinguismo e di contatto linguistico di particolare interesse; d’altronde, come non ha senso ridurre l’influsso toscano e quello ligure a un’unica matrice «italiana», occorre tener conto che nell’ambito dei contatti tra il continente e la Sardegna entrarono in gioco anche altri apporti, da quello meridionale a quello gergale fino alla più recente immissione di varietà venete, tutti episodi dei quali si fa rapido cenno in conclusione del capitolo.