Abstract
Il capitolo contiene una sintetica descrizione delle vicende storiche che nel Settecento portarono all’impianto nelle isole del Sulcis del tabarchino, lingua d’origine ligure parlata in Tunisia a partire dal sec. XVI, e della continuità di rapporti delle due comunità di Carloforte e Calasetta con la rete commerciale genovese, che favorirono il mantenimento e l’aggiornamento di tale varietà. Del tabarchino vengono riassunti i caratteri costitutivi, i più rilevanti tratti fonetici, morfosintattici e lessicali, e discusse le modalità dei fenomeni di innovazione e conservazione che lo contraddistinguono nell’ambito del ligure romanzo, attraverso processi di convergenza a differenziazione col tipo genovese. Ampio spazio viene dato anche alla situazione sociolinguistica attuale, caratterizzata dalla forte vitalità del tabarchino, strumento di comunicazione abituale presso le due comunità con percentuali insolitamente alte nel panorama sardo e italiano, analizzando le condizioni della tenuta di questa varietà in un insolito contesto di eteroglossia contigua, e le iniziative locali di promozione e valorizzazione della lingua, avviate a dispetto della mancata tutela da parte delle istituzioni statali.