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Licensed Unlicensed Requires Authentication Published by De Gruyter March 31, 2016

Kontinuität und Kontingenz

Strategien im Umgang mit dem Mittelalter um 1600

  • Stefan Benz

Riassunto

Il contributo esamina le idee che la ricerca storica e la pubblicistica intorno al 1600 si faceva del tempo prima della Riforma (il medioevo) sullo sfondo della biconfessionalità dominante nell’Europa centrale. A questo scopo si analizza la coscienza storica che a livello universale può scegliere tra la costruzione di continuità o la descrizione della contingenza per rielaborare eventi come la Riforma e per formare la memoria culturale. L’approccio è stato scelto perché i concetti di medioevo e di epoca non si erano ancora concretizzati (nel senso odierno). La formula, presa dalla teoria della storia, può dimostrare la sua validità, come dall’altra parte la sua ferma applicazione permetterà di arrivare a precisazioni storiche. Appare che tutti e due i gruppi confessionali disponevano di modelli di storia estremamente differenziati, tra cui si trovavano esplicitamente anche alcuni che per la rispettiva posizione religiosa nei confronti dell’evento della Riforma non erano scontati. I cattolici elogiavano il XVI secolo come nuova epoca della globalizzazione, e in questa prospettiva si poteva percepire il Medioevo successivamente come angusto e limitato, mentre i protestanti nel trattare l’arte medievale potevano letteralmente mettere in scena la continuità. Gli esempi provengono dalla storia regionale e dalla storia dell’epoca di orientamento giornalistico, si riferiscono a progetti editoriali di fonti relative alla lotta per le investiture e a ristrutturazioni di spazi ecclesiastici. La generale apertura e l’interesse verso il Medioevo avrebbero alla fine favorito la visione storica protestante che poteva presentarsi in una veste imparziale e oggettiva nei confronti di quell’epoca, in quanto essa stessa non ne faceva parte.

Abstract

The article examines the ideas about the pre-Reformation period (the Middle Ages) expressed in historical research and in the press around the year 1600 against the background of the biconfessionality prevailing in central Europe. To this end, it analyses historical consciousness, which on the universal level can choose between the construction of continuity or the description of contingencies to reframe events like the Reformation and to shape cultural memory. This approach was adopted because the concepts of ‚Middle Ages‘ and ,period‘ had not yet taken concrete form (in their current meaning). The validity of this formula, drawn from the theory of history, is demonstrated; at the same time, its strict application will allow us to reach some historical conclusions. It seems that both confessional groups availed themselves of extremely diverse historical models, among which we explicitly find some that are not predictable given their respective religious positions on the events of the Reformation. Catholics exalted the 16th century as a new period of globalization; in this perspective, the Middle Ages could later be seen as narrow and limited. In dealing with medieval art, the Protestants could literally enact continuity. The examples are drawn from regional history and contemporary histories of journalistic type, and belong to publication projects for sources on struggles over investitures and the renovation of church spaces. In the end, the general openness to and interest in the Middle Ages fostered the Protestant historical vision, that could present itself as impartial and objective with respect to the period since Protestantism itself was not part of it.

Online erschienen: 2016-3-31
Erschienen im Druck: 2016-4-11

© 2016 by Walter de Gruyter Berlin/Boston

Downloaded on 19.3.2024 from https://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/qfiab-2015-0009/html
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